lug282015
È dal 1987 che non viene sviluppata una nuova classe di antibiotici e si contano sulle dita di una mano le molecole contro le infezioni approvate dalla Food and drug administration dal 2008 a oggi. Per la ricerca farmaceutica sembra recentemente arrivata una boccata di ossigeno: un gruppo di ricercatori della Northeastern University di Boston, Stati Uniti, ad inizio anno ha annunciato di aver scoperto 25 nuovi potenziali composti antimicrobici nel terreno. In particolare, uno di questi, battezzato teixobactin, ha mostrato risultati promettenti nel test di laboratorio contro i ceppi farmaco-resistenti della tubercolosi e contro quelli ancora più temibili di Staphylococcus aureus meticillino-resistenti (Mrsa) all'origine di infezioni che si trasmettono attraverso il contatto diretto con la persona infetta o con strumenti e apparecchiature medicali, soprattutto negli ospedali. Il fatto che il composto scoperto non si dimostri attivo anche contro i batteri Gram negativi non ha smorzato l'entusiasmo della comunità scientifica perché, se i vantaggi si manterranno nelle prove in vivo che verranno condotte nei prossimi cinque anni, teixobactin sarebbe il primo rappresentante di una nuova classe di antimicrobici ad essere approvato dopo un lungo periodo di buio. L'antibiotico-resistenza rappresenta la più grande minaccia mondiale nell'ambito delle malattie infettive: un recente rapporto del Dipartimento della salute britannico riferisce di 80mila persone, nel solo Regno Unito, a rischio di decesso nei prossimi decenni a causa della diffusione di una nuova generazione di microrganismi resistenti e l'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritiene che l'uso inappropriato di antimicrobici, sia negli animali sia nell'uomo, abbia contribuito a selezionare ceppi resistenti al punto da mettere a rischio la possibilità di trattare infezioni banali. Finora i bassi margini di profitto, la difficoltà a trovare nuovi composti, la concorrenza con farmaci più remunerativi hanno scoraggiato gli investimenti dei grandi gruppi farmaceutici dirottando la ricerca su altri obiettivi. La scoperta statunitense, che potrebbe rilanciare il mercato degli antibiotici, è frutto di una tecnologica chiamata iChip, proprietà dell'azienda NovoBiotic Pharmaceuticals, che permette di coltivare i microrganismi direttamente nel terreno evitando di trasferirli in laboratorio dove circa il 99% dei ceppi non mostra le reali potenzialità antimicrobiche sfuggendo all'identificazione. Verranno battute anche altre strade: per esempio, a marzo, è stata lanciata la Community for open antimicrobial drug discovery, una task force no-profit formata da accademici impegnati sul fronte della chimica degli antibiotici, ed è allo studio, da parte dall'azienda biotecnologica britannica Helperby, un tentativo di "resuscitare" vecchi antimicrobici potenziando composti anti-resistenza come HT61, in fase di sviluppo, per agevolare la penetrazione del farmaco all'interno del microrganismo favorendo la sua efficacia. Marvi Tonus
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Nuove specialità o nuova confezione in commercio, nuovi medicinali equivalenti