lug232015
In linea con il trend degli ultimi anni, i dati emersi dall'analisi del Rapporto evidenziano che anche nel 2014 i medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria maggiormente consumata dagli italiani (536 Ddd ogni 1.000 abitanti die) e a maggior spesa (4.087 milioni di euro, 67,2 euro procapite).La spesa per i farmaci cardiovascolari a carico del Ssn è stata pari a 3.631 milioni di euro, in riduzione del -4,2% rispetto all'anno precedente, ma con consumi tendenzialmente stabili (-0,3%) in controtendenza rispetto agli ultimi 7 anni.Nello specifico dell'assistenza convenzionata, i farmaci più utilizzati continuano a essere gli Ace-inibitori (120,0 Ddd/1000 abitanti die), mentre i sartani (97,8 Ddd/1000 abitanti die), come monocomposti o in associazione, sono al secondo posto precedendo le statine (65,9 Ddd/1000 abitanti die),i calcio-antagonisti diidropiridinici (52,8 Ddd/1000 abitanti die) e i beta-bloccanti (35,3 Ddd/1000 abitanti die). Le statine si confermano al primo posto in termini di spesa (10,6 euro pro capite), seguite dai sartani in associazione.
I farmaci cardiovascolari, confermandosi la categoria a maggior consumo, sono seguiti dai farmaci del sangue e organi emopoietici, dai farmaci dell'apparato gastrointestinale e metabolismo, dai farmaci del Sistema Nervoso Centrale e da quelli dell'apparato respiratorio. Gli antineoplastici e immunomodulatori sono invece balzati al primo posto per spesa pubblica.
«I dati OsMed 2014 confermano quanto emerso nei primi nove mesi dell'anno: i farmaci oncologici rappresentano ormai la prima categoria a maggiore impatto sulla spesa farmaceutica a carico del Ssn, con un incremento del 9,6% rispetto al 2013, superando i farmaci cardiovascolari detentori da sempre di questa posizione» spiega Luca Pani, direttore generale dell'Aifa, a margine della presentazione del Rapporto Nazionale. «Tra le persone che hanno disturbi mentali invece» ha specifica «abbiamo ancora un'aderenza solo del 33% alle terapie farmacologiche. In pratica solo un paziente su tre si cura. Non solo: di quelli che si curano, solo uno su tre prende adeguatamente farmaci. Dati preoccupanti» ha sottolineato «visto che un mancato trattamento può provocare gravi conseguenze e molti degli episodi di cronaca di questi giorni sono ascrivibili a questo». Sebbene secondo il rapporto si registri una diminuzione della percentuale dei pazienti che assumono antidepressivi in maniera occasionale (-1,6%), non accade che chi ne ha bisogno li assuma correttamente. Il direttore dell'Aifa ha poi ricordato che «la spesa farmaceutica nazionale ha rappresentato l'1,6% del Pil, in linea con quanto osservato negli anni precedenti, a significare che le politiche adottate dall'Aifa, a partire dai meccanismi di rimborsabilità condizionata, sono risultate efficaci nel garantire l'accesso ai nuovi medicinali, molto spesso a costi molto elevati, rispettando al contempo i vincoli di spesa». E rispetto alle tipologie di farmaci, nel 2014 diminuisce del 3% il consumo di antibiotici, mentre la spesa si riduce del 2,8%. I maggiori consumi in Campania, Puglia, Calabria e Basilicata, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto si registrano i consumi più bassi. Le categorie maggiormente impiegate sono state le penicilline, seguite da macrolidi e chinoloni. Persistono comunque ampie aree di inappropriatezza nell'uso degli antibiotici e dei farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie.
In aumento l'utilizzo dei biosimilari, soprattutto delle epoetine e dei fattori della crescita, con effetti positivi sulla spesa: un decremento della spesa del -11,0% rispetto al 2013 per i fattori della crescita e del -3,0% delle epoetine.
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